Disturbi d’ansia
Ansia e paura sono emozioni che tutti noi proviamo, che non rappresentano, di per sé, fenomeni anormali, ma che ricoprono anzi un’ importante funzione adattiva.
Queste emozioni infatti corrispondono ad un’attivazione fisiologica che porta, in condizioni normali, ad affrontare efficacemente le varie situazioni, vissute soggettivamente come minacciose, che le avevano originate.
Una certa quota di paura e ansia è quindi molto utile nella vita di tutti i giorni, basti pensare, ad esempio, a quando la sensazione di paura ci spinge a proteggerci da una situazione pericolosa, o a come l’ansia ci porti spesso a prepararci al meglio di fronte ad un esame.
Può accadere però che ansia e paura assumano connotazioni sproporzionate rispetto al contesto che le determinano, arrivando ad amplificarsi a dismisura e a creare pesanti limitazioni alla vita quotidiana. In questo caso potremmo essere di fronte a un vero e proprio disturbo d’ansia, che può manifestarsi a diversi livelli:
– A livello somatico (ad esempio con tachicardia, sudorazione intensa, vertigini, cefalea).
– A livello psichico (ad esempio con pensieri come “sta per accadere qualcosa di terribile” ed emozioni di paura e ansia percepite come intollerabili).
– A livello comportamentale (ad esempio con comportamenti di evitamento delle situazioni vissute come potenziali fonti d’ansia).
Una caratteristica comune nei soggetti che soffrono di disturbi d’ansia è la scarsa conoscenza del proprio mondo emotivo.
Queste persone faticano molto a riconoscere le proprie emozioni, e spesso finiscono per scambiare la stessa emozione di ansia per un qualche grave malessere fisico, dando così inizio a previsioni catastrofiche sulla propria salute fisica e mentale e creando così un circolo vizioso all’interno del quale l’ansia non potrà che aumentare.
Questo meccanismo porta facilmente all’evitamento di tutte quelle situazioni viste come potenzialmente pericolose: il soggetto incomincia così ad evitare accuratamente tutto ciò che assomiglia alla situazione in cui è stato male e diventa estremamente prudente, finendo per porsi dei confini sempre più ristretti. È chiaro come questa strategia non possa essere funzionale nel lungo periodo, e finisca per limitare sempre di più molteplici aspetti della vita sociale e lavorativa.
Come intervenire?
La terapia cognitiva dei disturbi d’ansia si focalizza sull’incrementare la consapevolezza del proprio funzionamento emotivo, cognitivo e somatico. Questo avviene attraverso un graduale allenamento all’auto-osservazione delle proprie emozioni, dei propri pensieri e dei segnali che precedono le crisi d’ansia.
In questo modo si procederà gradualmente verso l’acquisizione di una migliore capacità di riconoscere e tollerare le emozioni sgradevoli connesse allo stato di allarme, e di riconoscere il loro collegamento con i pensieri catastrofici e le previsioni di pericolo che la persona formula spesso in modo del tutto automatico.
Le sedute saranno quindi incentrate su questo processo di auto-conoscenza, sull’acquisizione di strategie di gestione dei sintomi, anche attraverso l’insegnamento di specifiche tecniche di rilassamento e respirazione, e, ad un livello più generale, sull’aiutare il paziente ad acquisire una maggiore flessibilità di funzionamento ed un’immagine rafforzata di sé.
Tra i disturbi d’ansia più diffusi troviamo:
Disturbo da attacco di panico
Agorafobia
Fobie specifiche
Fobia sociale
Disturbo d’ansia generalizzato
Dott.ssa Celeste Bernardini
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa clinica
Via Frugoni, 1/3
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