Disturbo ossessivo compulsivo

“Avrò chiuso il gas?”

disturbo ossessivo compulsivoIl disturbo ossessivo compulsivo è di solito un disturbo fortemente invalidante, che genera una profonda sofferenza in chi lo vive.

Si tratta di un disturbo con un esordio il più delle volte subdolo e molto graduale, aspetto che non favorisce la possibilità di una diagnosi precoce e quindi di un intervento mirato nelle prime fasi del disturbo, che tende così facilmente a cronicizzarsi.
Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni o, in certi casi dalle sole ossessioni.
Le ossessioni si possono definire come pensieri o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che vengono percepiti come intrusivi, nel senso che la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” e che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede. Questi pensieri risultano estremamente spiacevoli, anche perché la persona tende a considerarli come del tutto insensati o comunque esagerati o irrazionali.
Esempi di ossessioni sono pensieri come “Potrei infettarmi con il virus Hiv se tocco inavvertitamente una persona per strada”, “Se non controllo che tutti i files siano chiusi, qualcosa di brutto accadrà”, “ Potrei dire qualcosa di brutto senza accorgermene”.

I contenuti di fondo delle ossessioni possono variare molto, alcuni temi molto comuni hanno a che fare col timore di essere contaminati da sostanze disgustose, di poter contrarre malattie, o il timore di arrecare danno ad altri a causa della propria disattenzione. In ogni caso, caratteristica comune delle diverse ossessioni è di suscitare profonde e dolorose sensazioni di ansia, angoscia, disgusto e colpa.
Le compulsioni consistono in azioni mentali e comportamentali che vengono messe in pratica in risposta alle ossessioni e che rappresentano un tentativo di alleviare le emozioni disturbanti da esse provocate. Di solito sono seguite da un senso di sollievo dal disagio causato dalle ossessioni, anche se si tratta di un sollievo solo temporaneo. In molti casi le compulsioni assumono la forma di rituali, possono essere costituite da azioni ripetitive (come lavarsi, pulire, controllare) o da azioni mentali (ripetere formule, pregare, contare).

La presenza di ossessioni e compulsioni finisce per occupare un tempo considerevole nelle giornate di chi soffre di questo disturbo, finendo spesso per compromettere diversi aspetti della vita sociale, affettiva e lavorativa.

Chi è affetto da disturbo ossessivo compulsivo quasi sempre percepisce i suoi comportamenti e pensieri come insensati e preoccupanti, se ne vergogna molto e cerca di tenerli nascosti il più possibile.
Il fatto di rendersi conto dell’esagerazione e dell’irrazionalità dei propri timori e dei propri comportamenti è fonte di grande sofferenza e spesso le persone con questo disturbo cercano di contrastare ossessioni e compulsioni con modalità disfunzionali, ottenendo effetti che generalmente aggravano i sintomi e la sofferenza.

Come intervenire?

Il trattamento cognitivo del disturbo ossessivo compulsivo si focalizza innanzitutto sul ricostruire in modo preciso, insieme al paziente, lo schema di funzionamento del disturbo, vale a dire quella sequenza all’interno della quale, a partire da un certo stimolo iniziale (ad es. sfiorare inavvertitamente qualcuno per strada), vengono formulati tutta una serie di pensieri intrusivi e messe in atto le varie compulsioni.
Favorire una comprensione più profonda del funzionamento del proprio disturbo serve a introdurre l’idea che i propri comportamenti ossessivi, per quanto possano apparire assurdi e inspiegabili, siano comunque dotati di senso e finalizzati al raggiungimento di scopi che sono profondamente radicati nel paziente e che è necessario scoprire e comprendere all’interno della terapia.
Una volta compresi questi scopi sarà possibile andare a lavorare su di essi e su tutta quella serie di processi di pensiero che contribuiscono a mantenere il disturbo, come la tendenza sovrastimare le minacce, l’eccessivo timore di rendersi colpevoli di azioni moralmente riprovevoli a causa di disattenzione, l’incapacità di tollerare il rischio, il tentativo costante e infruttuoso di controllare i pensieri.

In questo modo, chi soffre di questo disturbo acquisisce via via una maggiore flessibilità e capacità di tollerare le emozioni spiacevoli e riesce così ad impegnarsi attivamente a non mettere in atto le compulsioni e tutti quei comportamenti che tanto influiscono sulla sua qualità di vita.

Se non trattato il disturbo ossessivo compulsivo tende a cronicizzarsi e ad avere conseguenze gravi in termini di vita personale, sociale e lavorativa.


Dott.ssa Celeste Bernardini

Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa clinica
Via Frugoni, 1/3psicologa
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